Interview with... Gothic Stone (Salvatore Fallucca) [ITA]
by Phil Coursed (20/11/2020)
Photo credits (da sinistra a destra):
- Line-up del disco: S.Fallucca, R.Di Maria, G.Grilli, S.Sicilia, V.Mandarano
- Line-up attuale: R.Giannone, S.Sicilia, G.Grilli, V.Mandarano, S.Fallucca
- Spaccato della scena palermitana nel 1991: S.Fallucca, B.Oliveri, R.Di Maria, M.Costa, Mr.Audio Point Studios, M.Lo Cascio, M.Monterosso, G.Pecoraro, F.Imperato, Mr.X
Ciao Salvatore, partiamo dall'inizio di tutto. Come nascono i Gothic Stone e come si arriva all’accordo con la BWR?
I due eventi sono assai distanti nel tempo. I Gothic Stone nascono infatti nel 1991, appena dopo il conseguimento del mio diploma, con alcuni amici che frequentavano la mia scuola, Rodan Di Maria al basso, Biagio Oliveri alla batteria e Arturo Giganti alla voce, cui succedette più tardi Simone Scamardi (stimato batterista con gli ultimi Nuclear Simphony e numerosi altri gruppi). L’idea era registrare un demo con l’ausilio di Gino Pecoraro dei Nuclear Simphony, ma la nostra inesperienza e imperizia tecnica, unitamente alla difficoltà di trovare un valido chitarrista solista, ci impedirono di raggiungere lo scopo. Tieni presente che in quegli anni del metal tradizionale o doomeggiante non importava niente a nessuno (ove non vi fosse addirittura un aperto dileggio verso queste sonorità “obsolete”) e pure i miei stessi compagni di band erano contemporaneamente coinvolti in altri progetti di ogni tipo e solo marginalmente interessati a proseguire. La situazione quindi non ci mise molto a sfaldarsi e alla fine del 1992 avevo ben capito che sarebbe stato più proficuo dedicarmi al vero heavy metal attraverso la carta stampata piuttosto che attraverso la musica. E’ un particolare che tengo a precisare, perché suonare doom oggi è cosa banalissima, se non addirittura trendy, ma il mio legame con questo genere in tempi non sospetti è testimoniato da tutti gli articoli che scrissi dal 1993 in poi per Flash, Metal Shock, Pyscho, Andromeda etc, giungendo negli anni all’attuale collaborazione con Classix Metal.
Saltiamo al 2013, anno in cui l’ennesima chiacchierata da pub sul rispolverare i vecchi brani e provare a registrarli assume per la prima volta connotati realistici. I tempi sono maturi: conosco un giro di musicisti abili e interessati al progetto e la tecnologia di cui disponiamo è idonea a realizzare il tutto in maniera accettabilmente semplice ed economica. Della partita fanno subito parte il batterista Salvo Sicilia (ex Agon ed Embryonix), il chitarrista Vincenzo Mandarano (ex Exile, The Vagrant ed Hellraiders), il bassista Sirio Noto (ex Nyarlathotep, Throne Of Molok, Wolvesguard ed Hellraiders), nonché il cantante/chitarrista Dario Albano (ex Embryonix), primo promotore di questo come back, offertosi come vocalist provvisorio per il lavoro in sala prove. Dopo qualche mese, speso a rimaneggiare i vecchi brani (‘Dies Irae’ e ‘Sidereus Nuncius’) e ad abbozzarne di nuovi (buona parte di ‘Caereris Mundus (The Necromancer)’ e ‘The Oath Of The Gothic Stone’), decidiamo di recuperare il nostro bassista originale, Rodan Di Maria e di focalizzarci su composizione e arrangiamento al fine di incidere i suddetti quattro pezzi con me alla voce.
Quando alla fine abbiamo avuto i file pronti, fra le primissime persone a cui ho pensato di farli ascoltare sono stati i ragazzi della Black Widow, per il semplice motivo che li conosco dal 1991 (diventai loro cliente in quell’anno, dopo aver letto un’intervista a Massimo Gasperini su Flash #32) e sono chiaramente fra gli amici più competenti che ho in questo settore. A loro i pezzi sono piaciuti, persino in quella versione non definitiva, e quando ci hanno proposto un contratto non abbiamo più sentito alcuna necessità di cercare altrove. Ci hanno solo chiesto se avremmo avuto altro materiale da aggiungere al fine di integrare la durata di un album vero e proprio.
Ci ha colpito molto la copertina di Haereticus Empyreum per il suo enorme fascino, quale è il significato e quali sono le modalità di creazione?
La nostra copertina è il risultato di un assemblaggio fra un disegno di Giampaolo Frizzi (un artista che aveva già lavorato con la Black Widow), da me commissionato per tributare i miei numi ispiratori (non credo sia necessario specificare di chi si tratta) ed altri temi e soggetti che ho personalmente raccolto e ritoccato graficamente con Photoshop. Nascosti nell’artwork (soprattutto nel retro-copertina, ma non solo) ci sono una ventina di riferimenti ai miei gruppi preferiti, che gli appassionati possono divertirsi a scovare
La formazione attuale vede dei musicisti di enorme talento tra le sue fila, è stata necessaria una certosina ricerca o tutto è nato all’interno della scena metal Palermitana quasi in maniera naturale? Inoltre come ha avuto inizio la collaborazione con Gabriele Grilli (storico frontman dei Doomsword)?
Direi senza dubbio in maniera naturale. Rispetto agli abominevoli anni 90, la scena è cambiata molto ed ho avuto la fortuna di frequentare un giro di amici, dotati non solo di esperienza e buone capacità tecniche, ma anche di un gusto ed un background compatibili con la mia visione musicale. Quindi è stato proprio l’appoggio di questi ragazzi a darmi la spinta per riesumare il nome Gothic Stone. L’inserimento di Gabriele Grilli è stata la proverbiale ciliegina sulla torta. Ricordo che nel 1998 Maurizio Chiarello, anche lui amico di lunga data e titolare della Underground Symphony, conoscendo il mio amore per i Candlemass, mi disse che aveva scovato un gruppo il cui cantante ricordava Messiah Marcolin. Ovviamente parlava dei DoomSword e, fin da quel momento, mi entusiasmai per la voce di Gabriele. All’epoca non avevo idea che ci sarebbe mai stata una collaborazione ma, nel 1991 così come nel 2013, il mio modo di scrivere canzoni ha sempre presupposto l’impiego di una voce di quel tipo. Quindi, appena abbiamo avuto i pezzi ed un contratto discografico già pronti, ho pensato di farmi avanti e proporre proprio a Gabriele di cantare con noi. Maurizio ci ha messo in contatto e, con mia grande gioia, la nostra proposta è stata accettata.
Crediamo che i pezzi che compongono il vostro esordio siano molto articolati ed allo stesso tempo coinvolgenti come quelli di pochi altre band odierne, come si arriva ad un tale risultato?
Ti ringrazio e ti rispondo che, a mio avviso, si tratta del ruolo fondamentale che attribuisco alla melodia. Se nel brano non riesco a centrare dei riff e, soprattutto, delle linee vocali che alle mie orecchie suonino accattivanti e creino tensioni e crescendi, semplicemente li scarto. Importanti sono anche le strutture e gli arrangiamenti (per i quali mi hanno dato una grossa mano Salvo Sicilia, anche autore delle parti di tastiera, e Vincenzo Mandarano), ma tutto deve muoversi attorno a melodie trascinanti e che reggano il tempo. Il prezzo da pagare per questo rigore è l’aver scritto meno di dieci brani nell’arco di trent’anni ahahah
Quali sono le vostre maggiori influenze? Personalmente credo che i primi Death SS siano stati, assieme a tante altre band, una delle vostre più importanti fonti di ispirazione (soprattutto come sonorità). Che idea hai dell’allora band di Steve Sylvester & Paul Chain?
Con i Death SS parliamo senza mezzi termini del mio gruppo italiano favorito e dal quale resto affascinato perfino quando fa dischi che non incontrano al 100% i miei gusti. Il periodo a cui sono più legato è quello caratterizzato dalla presenza di Paul Chain (di cui amo buona parte della discografia anche da solista), ma devo riconoscere che, così come Paul era il genio dietro la composizione di tutti i primi capolavori, parimenti senza la perseveranza e il carisma di Steve, la band avrebbe cessato di esistere.
Siamo pesantemente influenzati dal dark sound italiano ed abbiamo voluto deliberatamente inserire alcuni elementi di questa tradizione, come l’utilizzo del latino e dell’organo, nella nostra musica. Ma va anche detto che il mio album preferito di sempre è ‘Sad Wings Of Destiny’ dei Judas Priest e che sono legatissimo a tutta quella corrente di metallo oscuro e orrorifico che NON faccia della lentezza la propria bandiera (Mercyful Fate, Angel Witch, Sarcofagus, Tyrant, Hell etc etc). Infine puoi trovare echi di nwobhm, epic metal e occult rock sparsi in varia misura fra i nostri solchi, in quanto sono gli ascolti di cui mi sono cibato negli ultimi 35 anni.
Il progetto Gothic Stone avrà un seguito e se si avete già pronto qualcosa?
Onestamente non so ancora risponderti. Abbiamo di recente sostituito il nostro bassista Rodan Di Maria con Roberto Giannone (una nostra vecchia conoscenza che aveva già suonato sia con Salvo che con Vincenzo in altri progetti), proprio per avere un musicista che potesse dedicare più tempo e disponibilità alle nostre iniziative. Tuttavia ogni cosa dipenderà dal fatto che io riesca o meno a comporre altro materiale che reputi all’altezza di quanto già proposto. Al momento nel cassetto abbiamo solo un brano ed alcuni riff abbozzati molto approssimativamente.
Avete in programma dei live dopo la ripresa dell’attività concertistiche post covid?
Come ben sai il nostro cantante vive nella zona di Varese e, da alcuni anni, anche il nostro batterista si è trasferito in Lombardia per lavoro, quindi per ragioni logistiche ci siamo sempre considerati un progetto essenzialmente da studio. Tuttavia l’invito degli organizzatori dell’ Up The Hammers ad Atene ci ha convinto a impegnarci per poter suonare a quel prestigioso festival nel Marzo del 2021. Naturalmente la situazione pandemica internazionale avvolge ancora tutto con un velo di incertezza, tuttavia quello sarebbe il nostro programma. Inoltre, in occasione delle prove che dovremmo effettuare durante il periodo natalizio a Palermo con la formazione al completo, vorremmo anche allestire un “battesimo da palco” il 5 di Gennaio all’Alibi, un locale della nostra città.
Quanto è difficile emergere in una scena metal un pò defilata come quella siciliana anche e nonostante l’aiuto dato dai social e da internet in generale?
“Emergere” è qualcosa che mi interessa molto relativamente. La musica non è l’attività principale per nessuno di noi e, eccettuato me, tutti gli altri componenti dei Gothic Stone fanno parte pure di altri progetti con i quali realizzano le proprie velleità artistiche e/o ludiche. Quindi il mio obiettivo è principalmente quello di lasciare musica che possa superare il test del tempo e magari essere ancora apprezzata e ricordata dagli appassionati di queste sonorità, anche molti anni dopo la sua uscita. Questo è lo spirito con cui abbiamo dato vita ad ‘Haereticus Empyreum” e quello con cui, eventualmente, muoveremo i nostri prossimi passi. Se, strada facendo, i social, estemporanei concerti o qualsiasi altro mezzo dovessero aiutarci a diventare più noti o anche solo a divertirci suonando, tanto meglio. Altrimenti amen.
Che idea avete del presente e del futuro della scena Doom e Metal in generale italiana?
Attualmente, da un certo punto di vista, credo che ci sia poca differenza fra la scena italiana e quella degli altri paesi (quantomeno di quelli occidentali). L’industria discografica hard ‘n’ heavy, a parte i nomi istituzionali e pochissime eccezioni, si è ridotta a cifre da collezionismo, quindi adesso, se nasci a Londra o a Los Angeles, hai quasi le stesse chance di NON diventare una rockstar che se nasci a Palermo. Parimenti, la tecnologia ti consente di registrare dischi, intrecciare contatti, fare promozione e rendere il tuo prodotto ascoltabile e acquistabile in ogni angolo del globo, quindi il luogo in cui risiedi ha perso anche per questo molta importanza rispetto a venti anni fa.
Fatta questa premessa, se ci concentriamo sulle caratteristiche artistiche e sul Doom in particolare, posso affermare che, malgrado la globalizzazione, si tende a riconoscere una peculiare via italiana a questo genere, sia da parte dei gruppi del nostro paese (noi inclusi), sia da parte di alcuni gruppi stranieri (ad esempio gli sloveni Chains, gli americani Blizaro o i messicani Violet Magick). E aggiungo che questa, come praticamente ogni forma di Doom, oggi gode di ottima salute, con decine di bands, talvolta ordinarie, ma talvolta validissime, che ogni mese escono sul mercato. I miei preferiti, al momento, sono i campani La Janara, ma ho avuto modo di ascoltare in anteprima qualche demo-track di un progetto denominato Black Rock (ad opera del mio concittadino polistrumentista Giorgio Trombino) che ho trovato straordinario. Una sorta di retro-metal che attinge dai Pentagram, dagli Heavy Load o dai Mercyful Fate quanto da Michael Schenker, dai Thin Lizzy o dagli Angel con la stessa naturalezza che se si trovasse davvero fra il 1978 e il 1982.
Grazie Salvatore per le preziose rivelazioni, speriamo di vederci presto on stage!