Interview with... Haunted (Cristina Chimirri) [ITA]
by Phil Coursed (09/01/2021)
Photo credits (da sinistra a destra):
- Line-up: Giuseppe Palmisano (drums); Cristina Chimirri (vocals); Frank Tudisco (bass); Francesco Orlando (guitars)
- Line-up: Giuseppe Palmisano (drums); Cristina Chimirri (vocals); Francesco Orlando (guitars); Frank Tudisco (bass)
Innanzitutto devo farvi i complimenti per i lavori fino a questo momento prodotti ed in particolare per “Dayburner”, un disco che a mio parere sprigiona energia ed oscurità come pochi, qual è l’origine del vostro sound e come in esso si innesta l’occultismo?
Ab origine sta il Mondo delle Idee: la Dimensione Prima e Ultima, dalla quale strenuamente tentiamo di attingere durante l'intero processo creativo. Strappando a morsi, durante il tragitto che porta alla Rappresentazione, le difformità dell'Illusione. Il nostro fine ultimo è Restituirci. Nudi e Puri.
Ci sono delle band in Italia o anche all’estero che vi hanno ispirato sia a livello di musica che di testi? E se si quali loro aspetti vi hanno colpito.
Una lista infinita di nomi. Una selva di suoni. Tutte le Divinità del Rock sullo scranno. La loro capacità di disilludersi del tempo e dello spazio e di restituirci ad una dimensione "altra" è magnificamente devastante e rigenerativa. Elisir.
La scena Doom-Stoner sembra ormai beneficiare di una seconda giovinezza e voi all’interno di essa siete riconoscibili già al primo ascolto, merito di cosa in particolare?
La capacità di "essere riconoscibili" credo che risieda nell'intento di manifestarsi per ciò che si è. Privati del confine, della mediazione. Scegliamo l'immediatezza della frase musicale e del verso. Cerchiamo qualcosa che tuoni e riecheggi.
La tua voce Cristina è molto evocativa (direi anche unica) e si combina in maniera perfetta con il sound proposto, i numerosi minuti che compongono i vostri pezzi scorrono in fretta senza neanche rendersene conto. Come nasce un pezzo degli Haunted sia a livello di testi che musicale?
Nella maggior parte dei casi, il brano viene concepito a partire dai riff di chitarra. Poi, la gestazione è affidata agli incontri in sala e alle suggestioni del momento. I testi richiedono una maturazione diversa. Più introiettiva, riservata.
Ritengo particolarmente suggestive le vostre copertine, c’è un significato dietro ciascuna di esse?
Gli artisti coinvolti nel nostro progetto: Sandro Di Girolamo, per il primo album omonimo, e Deborah Sheedy, per il secondo, Dayburner, hanno carpito l'essenza e l'hanno resa visibile agli occhi. Volevamo che i brani fossero intellegibili sin dalla copertina: la porta.
Quanta Sicilia magica e occulta c’è nel vostro sound?
L'Isolanitá è intrinseca alla nostra Esistenza, ma anche alla nostra Non-Esistenza. Siamo pervasi da un profondo senso di solitudine. Siamo naufraghi perennemente. Lembi di terra in balia del mare. Figli di una Montagna Madre e Matrigna. Puntiamo gli occhi al cielo e vorremmo sparare al Sole.
L’utilizzo dei social ha permesso di abbattere diverse barriere soprattutto geografiche, ma da siciliano vi chiedo se nel vostro percorso avete riscontrato difficoltà dovute alla assenza di una scena metal viva anche a Catania che da questo punto di vista credo sia la città più viva della regione.
Essere "Altro" non è mai semplice. Sarebbe riduttivo scrivere che molto spesso non ci sentiamo compresi nella scena che appartiene a questo Paese, ma ci salva la consapevolezza.
Non ho avuto ancora la fortuna di assistere ad un vostro show, dai video presenti in rete mi sembra però che diate poco spazio alla scenografia, è una scelta voluta per dare più risalto alla musica ed all’essenza di ciò che volete trasmettere?
Forse da quel punto di vista paghiamo lo scotto al nostro lato più punk, dobbiamo ancora maturare una direzione. Mantenere il controllo senza perdere se stessi è una sfida. La teatralità va misurata e gestita sapientemente ed è uno degli obiettivi per il futuro.
Credo che i paesi mitteleuropei in cui avete suonato siano un grande bacino d’utenza per il genere proposto, quale risposta avete ricevuto dal pubblico di quei paesi anche in confronto a quello italiano dove ormai tutto sembra essere ricondotto ad una stretta cerchia.
Siamo stati fortunati. Abbiamo condiviso l'esperienza del Tour, il nostro primo tour, con un pubblico fortemente interessato e attento. Compartecipe e aperto all'ascolto. Confidiamo di poter tornare presto sul palco!!
A distanza di più di un anno dall’uscita di “Dayburner” quali sono le vostre impressioni sul successo riscosso dal disco e quali sono i vostri progetti futuri sia a livello discografico e concertistico?
Abbiamo raccolto impressioni disparate, molte antitetiche, ma siamo contenti che ci sia stato e ci sia interesse. Tutto ci spinge a crescere, ad esperire ed osare. Scavare profondo. In quest'ottica lavoreremo al prossimo full-lenght.
Cosa volete dire ai vostri fan e a chi leggerà la vostra intervista?
Ringraziamo ForgeOfSteel per la passione e la dedizione per la musica, per l'attenzione dedicataci. Ringraziamo tutti coloro i quali continuano ad accordarci fiducia e a dedicarci il loro tempo. A presto.
Cristina
Grazie ragazzi per il vostro tempo e la splendida intervista, speriamo di vederci presto live!