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DARK QUARTERER - Pompei

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(By Nero, 09-12-2020)
Cover album

Genre: Epic/Prog Metal

Label: Cruz del Sur Music, 2020 (Full-Length)

Country: Italy

Let's mix together the creators of the epic/prog, a concept album, heavy rides, the tragic end of Pompeii and from this majestic merge you will see “Pompeii” rising high, the latest effort by the Tuscan Dark Quarterer. The band, inspired by the stories of characters who really existed, manages as well as in recent works, to create a historical fresco of rare beauty, with the music giving voice to human and natural elements described in their tragedy and power. The line-up, as for almost twenty years now, includes Francesco Sozzi (guitar, since 1998) and Francesco Longhi (piano, keyboards since 2003) alongside the historical members Gianni Nepi (vocals, bass) and Paolo "Nipa" Ninci (drums).

In the initial VESUVIUS, it is the volcano itself that shows its affliction and fury, regardless of the men it threatens and what is around it, on the leitmotiv that "Nothing can last forever, sooner or later everything ends". Incredible the intro made with natural sounds, mumbling and bubbling of lava, with a veil of keyboard and guitar to represent the growth of anger and power while Gianni's voice makes the volcano human in a heavy / prog crescendo in which it is particularly evident Paolo's work on drums with frequent tempo changes and alternating keyboards dramatic tones with harder ones. The song is long, as in the best epic tradition, and leaves also room for faster moments, with ‘70s rides arranged in a very modern mood, in which guitar and Hammond organ chase each other creating wonderful arrangements. The guitar solo leaves no doubt about Francesco Sozzi's technical skills and pushes the song towards the final part where the volcano expresses all the tragic and inevitability of the event and of life itself.

WELCOME TO THE DAY OF DEATH brings in the heart of the eruption, remembering that nothing will survive in the suddenness of the event which also cancels every possible moment of repentance for past life choices. The song has a faster and more prog mood than the previous one, Gianni wisely modulates his voice to give the right tone according to the moments of the narration. An evocative section of bass and keyboard leaves then room for the guitar solo combined with a almost-power drumset that closes the song.

The screams, the fear of fleeing people introduce PANIC, a track dedicated to the victims. Here again, Gianni's interpretation is thrilling, alternating almost recited parts with high notes that perfectly emphasize the drama of those moments. In a handful of words, the passage makes the dichotomy between the behaviour of the riches aiming to grab their possessions and the poor ones tightened in a last embrace. The keyboards create wonderful arrangements as well as the guitar in the second part of the song, able to make evocative and melodious notes and solos for an exquisite and modern prog. Much heavier and cadenced rhythms in the subsequent PLINIUS THE ELDER, which tells the story of the rescue of Rectina, a noblewoman from Pompeii loved by the famous historian and general, to whom the song is dedicated, who later perished in the eruption. The second part of the song is really beautiful with a long prog keyboard interlude before giving place to other powerful keyboard riffs and an even more technical guitar solo compared to those in other songs. Drums and keyboard, female choirs, and an atmosphere full of tension farewell the last moments and thoughts of the main character at the end of the song.

We return to just before the eruption with GLADIATOR, which tells the solitary and sad life of the mercenary who aspires to a quiet family life but who will instead see the end at the hands of the volcano. The piece is a more immediate, melodic and stylistically less complex heavy song than the previous ones with a catchy refrain surrounded by a beautiful and evocative arragnement supported by choirs and the rest of the instruments. The last song, FOREVER opens with a heart moving arpeggio in which Gianni gives a truly emotional vocal rehearsal in telling the story of two lovers who, swearing eternal love as the end approaches, hug each other in a last embrace which will be the one with which they will be found after almost 2000 years. After the intro, the song unleashes its power with hard riffs and with a very tight rhythm created by truly epic arrangements that reach their climax in the second part of the song in which a delightful voice and piano interlude leaves full space to orchestral choirs and to a masterful work of guitar and of the whole band that makes the song one of the best on the album.

Dark Quarterer do not miss the shot and present themselves with a certainly epic work with strong progressive veins and which demonstrates a continuous and unstoppable artistic growth path of the band that has now over 40 years of experience. Surely recommended to band lovers and also to whoever wants to understand what epic metal is in its purest and most direct form.

Vote: 8,5

Mettete insieme gli inventori dell’epic/prog, un concept album, cavalcate heavy, la tragica fine di Pompei e da questo maestoso mix verrà fuori Pompei, ultima fatica dei toscani Dark Quarterer. La band, ispirata dalle storie di personaggi realmente esistiti, riesce, come anche nei recenti lavori, a creare un affresco storico di rara bellezza, con la musica che da voce ad elementi umani e naturali descritti nella loro tragicità e potenza. La line-up, come ormai da quasi venti anni, vede Francesco Sozzi (chitarra, dal 1998) e Francesco Longhi (piano, tastiere dal 2003) accanto ai membri storici Gianni Nepi (voce, basso) e Paolo “Nipa” Ninci (batteria).

Nell’iniziale VESUVIUS è il vulcano stesso a mostrare la sua afflizione e la sua furia, incurante degli uomini che allerta minacciosamente e di cosa gli sta attorno, tanto “Nothing can last forever, it all ends sooner or later”. Incredibile l’inizio con suoni naturali, borbottii e ribollire di lava, con un velo di tastiera e chitarra a rappresentare il crescere della rabbia e potenza mentre la voce di Gianni rende umano il vulcano in un crescendo di heavy/prog in cui è particolarmente evidente il lavoro di Paolo alla batteria con i frequenti cambi di tempo e le tastiere ad alternare tonalità drammatiche con altre più dure. La canzone è lunga, come nella migliore tradizione epic, e lascia spazio anche a momenti più veloci, con cavalcate settantiane ma con un mood molto moderno, in cui chitarra e organo hammond si inseguono creando stupendi arrangiamenti. L’assolo di chitarra non lascia dubbi sulle capacità tecniche di Francesco Sozzi e spinge la canzone verso la parte finale in cui il vulcano esprime tutta la tragicità e ineluttabilità dell’evento e della vita stessa.

WELCOME TO THE DAY OF DEATH entra nel vivo dell’eruzione, ricordando che nulla potrà sopravvivere nella repentinità dell’evento che cancella anche ogni possibile istante di pentimento per le scelte di vita passata. La canzone presenta un mood più veloce e prog della precedente, Gianni modula sapientemente la sua voce per dare la giusta tonalità in base ai momenti della narrazione. Una evocativa sezione di arrangiamenti basso e tastiera lascia poi spazio all’assolo di chitarra condito con una batteria a tratti power che chiude la canzone.

Le urla, la paura delle persone in fuga aprono PANIC, pezzo dedicato alle vittime. Da brividi anche qui l’interpretazione di Gianni che alterna parti quasi recitate con acuti che enfatizzano perfettamente la drammaticità dei momenti. Con poche parole il brano rende la dicotomia tra i comportamenti dei ricchi tesi ad arraffare i loro beni ed i poveri stretti in un ultimo abbraccio. Le tastiere creano degli arrangiamenti stupendi così come la chitarra nella seconda parte della canzone a creare note evocative e melodiose ed assoli di un pregevole e moderno prog. Ritmi molto più heavy e cadenzati nella successiva PLINIUS THE ELDER, che narra la storia del salvataggio di Rectina, nobildonna di Pompei amata dallo storico e generale, a cui è dedicata la canzone, perito poi nell’eruzione. Bellissima la seconda parte della canzone con un lungo intermezzo prog di tastiera prima di dare sfogo ad altri potenti riffs di tastiera ed un assolo di chitarra ancora più tecnico che negli altri brani. Batteria e tastiera, cori femminili, ed una atmosfera carica di tensione, salutano gli ultimi istanti e pensieri del protagonista in chiusura della canzone.

Si torna a poco prima dell’eruzione con GLADIATOR, che narra la vita solitaria e triste del mercenario che aspira ad una vita familiare tranquilla ma che vedrà invece la fine per mano del vulcano. Il brano è un heavy più immediato, melodico e stilisticamente meno complesso dei precedenti con il ritornello da arena circondato da un refrain bello ed evocativo supportato da cori e dal resto degli strumenti. L’ultima canzone, FOREVER si apre con uno struggente arpeggio in cui Gianni da una prova vocale veramente emozionante nel raccontare la storia di due amanti che, nel giurarsi amore eterno all’approssimarsi della fine, si stringono in un ultimo abbraccio che sarà quello con cui saranno ritrovati dopo quasi 2000 anni. Dopo l’introduzione la canzone sfodera la sua potenza con dei duri riff e con un ritmo molto serrato creato da arrangiamenti davvero epici che raggiungono il culmine nella seconda parte del brano in cui un delizioso intermezzo voce e pianoforte lascia poi ampio spazio a cori orchestrali e ad un magistrale lavoro di chitarra e della band tutta che rende la canzone una delle migliori dell’album.

I Dark Quarterer non sbagliano il colpo e si presentano con un lavoro decisamente epico con forti venature progressive e che dimostra un continuo ed inarrestabile percorso di crescita artistica della band forte di ormai oltre 40 anni di esperienza. Consigliato a chi ama la band ed a chi vuole capire cosa sia l’epic metal nella sua forma più pura e diretta.

Voto: 8,5