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Genre: Vedic Metal (Folk/Heavy)
Label: Earth and Sky Productions, 2018 (Full-length)
Country: India
It does not happen to me every day to discover an underground band from India and I am therefore happy to get to know this band, Moksh. As a concept, they were born in the mind of guitarist Ashish Wilson in 2003, but they were formed as a band only in 2007 to merge Heavy, Rock and Folk in what is called Vedic Metal. The line-up was then completed by front woman Ishrat Rajan and by Raj Bhatia on bass. The first full-length Tatva saw the light in 2018 as self-produced and then was re-released by the Italian label Earth and Sky Productions, anticipated by the single Shiv Tandav Stotram which today has reached almost 3 million views on YouTube.
From the very first song of the album, SHIV TANDAV STOTRAM, it is noticeable the use of typical instruments, such as the sitar, creating an ambient sound that is immediately integrated by typically Heavy arrangements and riffs on which Ishrat's voice is grafted, with a style sweet and melodious, modulated as if it were a prayer. All this is then joined by oriental arrangements creating Vedic Metal, a music steeped in local Folk, Heavy riffs and a mystical and sweet cantato. TALAASH starts faster with the use of the double bass drum and Heavy rhythms also in this case perfectly integrated with Indian Folk made more typical by using flutes. There is no lack of guitar solos in this work; in the subsequent AKS but also in AANDHIYO MEIN the presence of valuable Heavy solos is naturally assimilated with the Folk / Rock arrangements without any discontinuity of rhythm or sound.
Band also experiments mixing more modern sounds and grooves as in MRITYOH, Heavier than the previous ones, and with an even more litany vocal style reinforced by the presence of choirs. It results among the best pieces of the album along with KARMA, which seems to start with a special and original Gothic / Folk. The presence of the "dirty", almost Black style, male vocals is striking, blending with harder riffs. With SARHADEIN we also witness a change in the style of the singer who, moving away from the rest of the record, tries her hand at more rock vocal lines, resulting in a particularly good performance! PARINDEY presents a Folk / Funk style which then veers towards a more commercial Indian Street Metal which personally reminds me (beside vocals) of their fellow countrymen Bloodywood. RAWANA closes the album with almost Thrash rhythms but still very melodic and in which the male and female voices overlap singing in unison in a very melodious and harmonic way.
The fact of not being able to appreciate the meaning of the words, limiting on the one hand, allows on the other to focus better on the musicality of the singing and on how this is harmonized with the instrumental arrangements. And, in fact, Moksh’s proposal, rather new for me, is intriguing and innovative. Ultimately a good debut, with something to improve on a technical level, but which shows sparks for a sure growth.
Vote: 6,5
Non capita tutti i giorni di scoprire una band underground proveniente dall’India e mi accingo pertanto volentieri all’ascolto, ed alla conoscenza, di questi Moksh. Come idea nascono nella mente del chitarrista Ashish Wilson nel 2003, ma vengono formati come band solo nel 2007 per unire nel loro sound Heavy, Rock e Folk in quello che viene chiamato Vedic Metal. La line-up è completata dalla front woman Ishrat Rajan e da Raj Bhatia al basso. Il primo full-length Tatva vede la luce nel 2018 autoprodotto e poi ripubblicato dall’italiana Earth and Sky Productions, anticipato dal singolo Shiv Tandav Stotram che ad oggi conta quasi 3 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Fin dalla prima canzone dell’album, SHIV TANDAV STOTRAM si sente l’uso di strumenti tipici come il sitar che creano un sound dapprima ambient che viene subito integrato da arrangiamenti e riff tipicamente Heavy su cui si innesta la voce di Ishrat, con uno stile soave e melodioso modulato come fosse una preghiera. Tutto questo viene poi integrato con arrangiamenti orientali creando quello che è definito Vedic Metal, una musica intrisa di Folk locale, Heavy riffs ed un cantato dai toni mistici e dolci. TALAASH parte più veloce con l’uso della doppia cassa e ritmi Heavy anche in questo caso integrati perfettamente con il Folk indiano reso più caratteristico dall’uso di altri strumenti tipici come per esempio i flauti. Non mancano assoli di chitarra in questo lavoro; nella successiva AKS ma anche in AANDHIYO MEIN la presenza di pregevoli assoli Heavy si integra in maniera naturale con gli arrangiamenti Folk/Rock senza alcuna discontinuità di ritmo o sound.
La band sperimenta anche commistioni con sonorità e groove più moderni come in MRITYOH, più Heavy delle precedenti, e con uno stile vocale ancora più litanico rafforzato dalla presenza di cori. Tra i migliori pezzi dell’album insieme a KARMA, che sembra iniziare con un Gothic/Folk davvero particolare ed originale. Colpisce la presenza del cantato maschile “sporco”, quasi black, ad amalgamarsi con dei riff anch’essi più duri. Con SARHADEIN assistiamo anche ad un cambio dello stile della cantante che, allontanandosi dal resto del disco, si cimenta con delle linee vocali più rock, bella prova! PARINDEY presenta uno stile Folk/Funk che vira poi verso un più commerciale Indian Street Metal che personalmente mi ricorda (cantato a parte) i loro connazionali Bloodywood. Chiude l’album RAWANA con ritmi quasi Thrash ma comunque molto melodici ed in cui le voci maschile e femminile si sovrappongono cantando all’unisono in maniera molto melodiosa e armonica.
Il fatto di non poter apprezzare il significato delle parole, limitante da un lato, permette dall’altro di concentrarsi meglio sulla musicalità del canto e su come questo sia armonizzato con gli arrangiamenti strumentali. Ed in effetti la proposta dei Moksh, a cui io personalmente non sono abituato, risulta intrigante ed innovativa. In definitiva un buon debutto, con qualcosa da migliorare sul piano tecnico, ma che mostra prospettive di sicura crescita.
Voto: 6,5