Blog title
Home Reviews Interviews Email us!

TESTAMENT - Titans of Creation

Click on the flag for English       Clicca sulla bandiera per l'italiano

(By Nero, 19-08-2020)
Cover album

Genre: Thrash Metal

Label: Nuclear Blast, 2020 (Full-Length)

Country: U.S.A.

Never the same. This motto could easily apply to Testament, a band that during its career has experimented changes of styles and approaches to Metal music. Far from me to judge whether it was for commercial reasons or due to a real thirst for innovation, focus is now on their last work, with curiosity and without prejudices.

CHILDREN OF THE NEXT LEVEL opens immediately with a powerful riff that shows how the couple Hoglan/Di Giorgio, together with Testament for the second consecutive album, is doubtless one of the best rhythmic ensemble in worldwide metal. Song tells the story of the “Heaven’s Gate” an American religious group whose 39 of its members committed mass suicide in 1997 in an illusion to reach the Hale-Bopp comet that they believed being an extra-terrestrial aircraft. The persistent rhythm of the song together with the heavy speed solos perfectly make the idea of a desired thirst for ascendance to a superior stage of existence.

We are brought to burn in hell with WWIII that describes in an incessant hammering the horrors of nuclear devastation while warheads are drawing nearer and nearer broken only by a speed guitar solo by Alex Skolnick. No escaping from the nightmares of DREAM DECEIVER, a song that seems to come from the heavier days of Testament for the chorus melodies followed by the axemen’s solo that slow down the speed resulting in a more melodic fashion.

The rhythm changes with the next NIGHT OF THE WITCHES that comes midway between thrash and death metal resulting, in my opinion, in one of the most original songs of the album. The slowed down refrain and the “screaming” guitars helps to create a sulphurous atmosphere in which the coven of witches must be well happy to flight into. CITY OF ANGELS slows the rhythm down with more melodic arrangement (who said groove metal?) of verses and an almost whispered chorus followed by the best guitar solo of the album.

Arabic melodies for the goddess of love in ISHTAR’S GATE that combines the pure thrash metal with modern alternative metal influences; more clear, compared to the other songs, the bass lines and riffs played by Steve. Groove riffs and arrangements also for the following SYMPTOMS that seems to confirm the path taken by Testament of mixing different styles to give them a personal mark. FALSE PROPHET brings to more classical territories with powerful guitar riffs and bass/drums rides towards the illusion of a salvation that shall only bring to more despair.

THE HEALERS remains in the stylistic path opened by the rest of the tracks, mixing old school with groove/alternative influences. Ancient Babylon is back with the CODE OF HAMMURABI, not only in the lyrics but also in the Arabic and neoclassical influences of Alex’s solo creating a direct song that results to be one of the best of Titans of Creation. From Babylon to Egypt to listen to the mix of speed, thrash, and death melody of CURSE OF OSIRIS closed by a melodic speed guitar solo by Eric.

The instrumental CATACOMBS, a march guiding the army towards new battles, closes an album that seems to have finally indicated the musical path of Testament that keeps a solid base on the old school thrash by mixing modern metal influences to search for a personal and unique style.

Vote: 7

Mai uguali. Questo motto si applica senza difficoltà ai Testament, band che durante la sua carriera ha sperimentato diversi stili ed approcci al Metal. Lungi da me giudicare se per motivi puramente commerciali o per una vera sete di originalità, mi concentro ora sull’ascolto di quest’ultimo lavoro con curiosità e con la mente sgombra da pregiudizi.

CHILDREN OF THE NEXT LEVEL inizia subito con un potente riff che mostra come la coppia Hoglan/Di Giorgio, insieme con i Testament per il secondo album consecutivo, sia senza dubbio una delle migliori sezioni ritmiche del metal mondiale. La canzone narra la storia della setta americana pseudo-religiosa “Heaven’s Gate”, di cui 39 dei suoi membri si suicidarono in massa nel 1997 con l’illusione di raggiungere la cometa Hale-Bopp, che credevano essere una navicella aliena. Il ritmo persistente della canzone insieme agli assoli heavy/speed rendono perfettamente l’idea del desiderio dell’ascesa ad uno stato superiore dell’esistenza.

Le porte dell’inferno si spalancano con WWIII, che descrive in un continuo ritmo incalzante gli orrori della devastazione nucleare mentre le testate cadono sempre più vicine interrotte solo dall’assolo di chitarra del virtuoso Alex Skolnick. Non si scappa dagli incubi del DREAM DECEIVER, canzone che sembra originarsi dai giorni più heavy dei Testament richiamati nelle melodie del ritornello seguite dagli assolo dei due chitarristi che rallentano il ritmo coinvolgendoci nelle loro melodie.

Il ritmo cambia con la successiva NIGHT OF THE WITCHES, un pezzo a metà tra il thrash ed il death che risulta essere, a mio parere, una delle canzoni più originali dell’album. Il ritornello rallentato e le chitarre “urlanti” creano una atmosfera davvero sulfurea in cui la congrega delle streghe sicuramente è felice di volare. CITY OF ANGELS rallenta il ritmo con arrangiamenti più melodici (chi ha detto groove metal?) dei versi ed un ritornello quasi sussurrato seguito da uno dei migliori assoli dell’album.

Melodie arabeggianti dedicate alla dea dell’amore in ISHTAR’S GATE, che combina il più puro thrash con influenze alternative metal; più in evidenza rispetto ad altre canzoni i riffs del basso di Steve Di Giorgio. Riffs ed arrangiamenti groove anche per la successiva SYMPTOMS che ormai conferma la scelta intrapresa dai Testament di mescolare stili diversi cercando di dare una impronta personale. FALSE PROPHET riporta su territori più classici con potenti riffs di chitarra accompagnati da cavalcate basso/batteria verso l’illusione di una salvezza che porterà però solo altri tormenti.

THE HEALERS rimane sul percorso stilistico definito dalle altre canzoni, un mix anche qui di old school con influenze groove/alternative. Babilonia la grande torna prepotentemente con CODE OF HAMMURABI, non sono per i testi ma soprattutto per le influenze arabe e neoclassiche che, ancor più di prima, caratterizzano l’assolo di Alex creando una canzone molto diretta ed uno dei migliori pezzi di Titans of Creation. Da Babilonia all’Egitto il passo è breve con il mix di speed, thrash e death di CURSE OF OSIRIS, chiuso poi da uno splendido assolo speed melodico di Eric Peterson.

La strumentale CATACOMBS, una marcia che porta l’armata verso nuove battaglie, chiude un album che sembra aver imposto il cammino musicale dei Testament di ricerca di uno stile unico e personale frutto di tutta la storia musicale passata della band.

Voto: 7