Interview with... Bottomless (Giorgio Trombino) [ITA]
by Phil Coursed (06/07/2021)
Photo credits (da sinistra a destra):
- Giorgio Trombino, Sara Bianchin, David Lucido
- Bottomless
Partiamo dalla genesi di tutto, come ha origine la band?
David e io abbiamo avviato il progetto nel 2016 a Bologna, dove lui vive da tempo. Per un paio di mesi sono stato lì e abbiamo cominciato a scrivere pezzi in una direzione che a dirla tutta avremmo sempre voluto intraprendere. Nel 2018 è entrata Sara e da lì, fra mille ritardi, attese e complicazioni legate ai nostri impegni con gli altri gruppi, abbiamo avviato più stabilmente il gruppo.
Il doom delle origini a tinte Sabbathiane sembra essere la principale fonte di ispirazione dei Bottomless soprattutto in pezzi come “Centuries Asleep”, come nasce la vostra devozione verso queste sonorità?
I Sabbath, come detto anche altrove, sono la nostra stella fissa. Qualsiasi elemento sonoro sabbathiano nella nostra musica deriva da una vita intera di sincera venerazione per quello che, parlando personalmente e con tutta probabilità anche a nome del gruppo, è il più stupefacente momento musicale della storia del rock. Centuries Asleep a nostro avviso ha anche una forte vena Pentagram, specie nei riff del blocco centrale.
L’album è dotato di un’ispirazione fuori dal comune sembra essere a mio parere un capolavoro scritto negli anni 70, quel’è stata la sua genesi?
Il disco è stato scritto nell'arco di un paio d'anni e risente di una comune influenza ma di diverse intenzioni nei vari brani. Solitamente scrivo demo casalinghe di chitarra e batteria in modo da avere una base di partenza per poter discutere gli arrangiamenti con Sara e David. Lo spirito 70's è essenziale per noi, specie quel momento vago in cui l'hard rock filtrò nell'heavy metal, compenetrandosi e mantenendo strutture solide, ritornelli memorabili e riff potenti. Penso che la produzione dell'album, molto pesante e scura, possa portare a distogliere l'attenzione dalla matrice che tu hai notato. Dall'interno noi speriamo di riuscire a creare un nesso credibile fra i Sabbath degli 80's e gruppi come Iron Claw, Bedemon, Gift e tanti altri.
Come viene creato un pezzo dei Bottomless? Ci sono riti consolidati da seguire?
Non proprio. La cosa più bella dell'ispirazione (nella sua accezione tanto stucchevolmente romantica quanto di folgorazione improvvisa) è l'impossibilità di controllarla. Mi capita spesso di pensare ossessivamente a certi riff o linee vocali nel momento specifico in cui non ho l'attrezzatura necessaria per registrarli. L'unica, in quei casi, è cantarli di continuo o ripeterli senza sosta. Non amo usare il cellulare per registrare le idee, preferisco lasciarle maturare da qualche parte nella mia testa per poter poi sedermi a scrivere un pezzo che vada dalla A alla Z non appena possibile. Nonostante si possa cominciare da più parti, penso che non si possa scrivere un buon pezzo senza avere già in partenza almeno uno straccio di idea di come concluderlo. Ho bisogno di un'atmosfera generale per potermi addentrare nel particolare.
C’è un pezzo a cui siete legati in particolare modo o per cui merita di essere fatta una menzione particolare? Personalmente ritengo “The Talking Mask” una traccia superba.
Ciascuno ha un pezzo preferito per motivi diversi. Uno dei miei preferiti è Vestige e di sicuro The Talking Mask è in cima alla lista per la sua natura classicamente heavy metal in ogni sua sezione.
Cosa vi ispira a livello di testi? All’interno del vostro esordio c’è un filo conduttore che li collega?
Al di fuori dell'oscurità generale credo che l'unico elemento di continuità tematica, totalmente involontario, peraltro, sia nei testi di Vestige e Monastery. Lì mi è venuto spontaneo trasferire il senso crudele di giudizio, castigo e redenzione di ottica cristiana. Come tanti altri ragazzini italiani (e sottolineo italiani esclusivamente per l'onnipresenza della chiesa cattolica), provavo una sorta di tetra angoscia, di groppo alla gola ogni volta che mi trovavo di fronte all'altare di una chiesa. Il crocifisso, Cristo con gli occhi chiusi, straziato, trafitto nel corpo e nell'anima, il senso di giudizio opprimente del peccato. Per la prima volta nella mia vita alcune di queste ombre sono venute fuori con l'energia di una parte dei miei ricordi con la quale non avevo mai fatto i conti.
Ci sono delle band, anche italiane, che vi hanno influenzato più di altre?
La storia dell'occult sound e del doom italiano è semplicemente grandiosa. La tradizione abbonda di gruppi e momenti unici nel genere ed è ormai un patrimonio underground mondiale dopo anni di semi-anonimato. Detto questo, i Bottomless sono nati anche col preciso intento di non seguire in alcun modo il "filone nazionale", per intenderci, visto il numero consistente di gruppi aderenti a quello stile. C'è un'intera scia di gruppi, specialmente americani, come Penance, Revelation, Asylum, Internal Void, Saint Vitus, che sulla nostra scena ha avuto fino ad ora un'influenza molto marginale se non nulla. Anche i Sabbath degli 80's, per noi stratosferici, sono un po' la "seconda scelta" di tanti fan per non parlare dei gruppi di area doom. Noi vogliamo pescare da quella fonte e indagare in uno stile che ci intriga e sentiamo vicino alle nostre inclinazioni espressive.
Trovo la cover del disco molto accattivante, cosa vi ha ispirato?
È un dipinto del 1885 del pittore francese Henri-Joseph Harpignies, scoperto totalmente a caso. Inutile dire che fu una folgorazione trovarlo, ci incantò fin dal primo istante e penso che sia semplicemente perfetto per veicolare tutto ciò che puoi ascoltare nel disco. Pesantezza e oscurità in un linguaggio classico, non artefatto, un senso di malinconia notturna e chissà cos'altro per chi voglia vederci dentro qualcosa di affine.
Oggi il doom metal è un genere molto considerato all’interno del panorama metal in generale, cosa vi convince e cosa no in questa sua esplosione?
Penso che un po' di attenzione di pubblico, etichette e critica non guasti mai. Se ci pensi, i gruppi a cui ci ispiriamo hanno avuto per lo più la sventura di operare in un periodo, mettiamo quello dell'America degli anni '80, in cui andava di moda qualsiasi cosa eccetto la roba lenta. Il doom metal tradizionale ha già condotto un'ottima parte della propria esistenza nell'ombra e se adesso è arrivato il momento di uscire allo scoperto va benissimo così. Inutile dire che questo come altre declinazioni di doom rimarranno sempre, in un certo senso, fieramente underground.
Credo che la vostra proposta abbia nella dimensione live una delle sue dimensioni naturali, avete in programma tour o eventi a promozione del disco?
Certamente, i live sono prioritari per noi e lì troviamo la dimensione essenziale per i Bottomless. La nostra prima data in assoluto sarà al Freak Out di Bologna il 18 luglio e da lì in poi cercheremo di cogliere qualsiasi buona occasione per suonare dal vivo.
Lascio a voi le ultima parole verso i lettori di Forge of Steel, personalmente spero di godere presto della vostra musica dal vivo. Grazie Ragazzi
Grazie di cuore a voi, ai lettori di Forge of Steel e a tutti quelli che mantengono viva la fiamma del doom metal. Be forewarned...