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Genre: Doom Metal
Label: The Swamp Records, 2021 (Full-Length)
Country: Italy
Almost like a bolt out of the blue it comes the long-awaited Magharia, new album and successor to “Aion Tetra" released in 2019 by Bretus, an Italian band that, over time, thanks to albums of excellent workmanship, has been able to attract and obtain consensus in the Italian and international Doom scene like few others other national formations have managed to do. This full-length has a captivating and original concept that tells scary stories of ghosts, between legend and myth, linked to the Italian territory.
The Doom proposed by the combo is particularly inspired, you can see it from the first track CELEBRATION OF GLOOM in which Zagarus's voice evokes, very thick guitar riffs capture and flute solos hypnotize. CURSED ISLAND has an Heavier Metal attitude but it’s the whole to work in the best way, Ghenes' guitar riffs and solos keep glued to the stereo while the rhythm section of Janos on bass and Striges on drums doesn't miss a beat. Memorable piece! The subsequent MOONCHILD'S SCREAM is more melodic and with an always doom fashion, in which the singing of the frontman is still particularly enveloping and epic recalling sacred monsters of the genre, while the instrumental and obscure NECROPASS acts as an opener to NURAGHE, a track between Doom, Heavy and Hard Rock characterized by solid guitar riffs and a gothic-flavored Zagarus demonstration in which, in my opinion, Stringes' work on drums is also fantastic. HEADLESS GHOST is another piece of incredible intensity, the band seems to bring the listener through its dark sound into the story, a capacity only pertaining to the great ensembles. Particularly incisive the double voices in the final part of the track in which the proposed Doom and the Classic metal show still great class.
THE BRIDGE OF DAMNATION is an amazingly epic piece, slower and more rhythmic in which even the gothic component of the band is in great evidence, everything is evocative and bewitching especially thanks to a great guitarwork among distortions, solos, and practically perfect riffs. SINFUL NUN, second to last piece of the album, highlights Bretus' full mastery of the proposed genre that makes each of their work now a classic of the genre (the magnificence of this song is truly incredible) and introduces MAGHARIA, an entirely instrumental title track based on acoustic guitars (in the initial part) and later on keyboards that create Goth-horror atmospheres, a territory that is not typical of the band's sound but that still increases the quality of the proposal since everything is done in a practically flawless and intense way.
Magharia is a superb, magnificent, and sublime work that confirms (if ever it were needed) Bretus’ greatness. An album that surely must be enjoyed by fans of classic Doom and which, in general, must not be missed by lovers of good music, especially those tied to more horror themes.
Vote: 90
Quasi come un fulmine a ciel sereno arriva il tanto atteso Magharia nuovo album e successore di “Aion Tetra” del 2019 dei nostrani Bretus, band che nel tempo grazie a lavori di pregevolissima fattura ha saputo attirare e ottenere consensi nel panorama Doom italiano e internazionale come poche altre formazioni italiche sono riuscite a fare. Il full-length ha un concept accattivante e per niente scontato che racconta storie spaventose di fantasmi legati al territorio italiano tra la leggenda e il mito.
Il Doom proposto dal combo è ispiratissimo, lo si nota sin dalla prima traccia CELEBRATION OF GLOOM in cui la voce di Zagarus evoca, riff di chitarra di grande spessore catturano ed assoli di flauto ipnotizzano. CURSED ISLAND ha un piglio più Heavy Metal ma è il tutto a funzionare nel migliore dei modi, la chitarra di Ghenes tra riff e assoli tiene incollati allo stereo mentre la sezione ritmica di Janos al basso e Striges alla batteria non sbaglia un colpo. Pezzo memorabile! Più melodica e sempre doomeggiante la successiva MOONCHILD'S SCREAM, in cui ancora il cantato del frontman risulta particolarmente avvolgente ed epico rievocando mostri sacri del genere, mentre la strumentale e oscura NECROPASS fa da opener a NURAGHE, traccia tra il Doom, l’Heavy e l’Hard Rock caratterizzata da riff di chitarra granitici e da una prova dal sapore gotico di Zagarus in cui è a mio parere fantastico anche il lavoro alla batteria di Stringes. HEADLESS GHOST altro pezzo dall’intensità incredibile, la band sembra trasportare l’ascoltatore attraverso il proprio oscuro sound dentro la storia raccontata, capacità questa solo di pertinenza delle grandi formazioni. Particolarmente incisive le doppie voci nella parte finale del pezzo in cui ancora il Doom e il Classic metal proposto risultano essere di gran classe.
THE BRIDGE OF DAMNATION è un pezzo di una epicità mostruosa, più lento e cadenzato in cui anche la componente gotica della band viene messa in grande evidenza, tutto è evocativo ed ammaliante soprattutto grazie ad un lavoro alla chitarra tra distorisioni, assoli e riff praticamente perfetto. SINFUL NUN, penultimo pezzo dell’album, evidenzia la piena padronanza dei Bretus del genere proposto cha fa di ogni loro lavoro ormai un classico del genere (veramente incredibile la magnificenza di questo brano) ed introduce MAGHARIA, title track del tutto strumentale fondata su chitarre acustiche (nella parte iniziale) e da tastiere che creano atmosfere Goth-horror, territorio questo non tipico del sound della band ma che accresce ancora la qualità della proposta dato che ogni cosa viene fatta in maniera praticamente ineccepibile ed intensa.
Magharia è un lavoro superbo, magnifico ed eccelso che conferma (se mai ce ne fosse bisogno) la grandezza dei Bretus. Un disco di cui devono sicuramente godere i fan del Doom classico e che, in generale, non devono farsi sfuggire gli amanti della buona musica, soprattutto quella legata a temi più horror.
Voto: 90